Il Presidente di AITI – e Consigliere Nazionale – Fabio Regazzi, ha inoltrato all’indirizzo del Consiglio federale la seguente domanda:
Con la conversione in legge del decreto sicurezza (113/2018), in Italia diventa vietato ai loro residenti guidare un’auto immatricolata in Svizzera. Ciò penalizza in particolare le PMI ticinesi che rischiano il sequestro del veicolo assegnato a un loro collaboratore, e pesanti multe. Anche stavolta siamo di fronte a una decisione presa unilateralmente.
Chiedo al Consiglio federale:
1. è al corrente della situazione?
2. intende intervenire per correggere questa discriminazione che colpisce le aziende ticinesi?
Risposta del Consiglio federale del 18.03.2019
1. Il Consiglio federale è al corrente della situazione e segue con attenzione le possibili ripercussioni transfrontaliere delle misure introdotte dal decreto sicurezza in materia di codice della strada.
2. Le autorità svizzere, tramite l’ambasciata di Svizzera in Italia, sono già intervenute presso varie autorità italiane, vale a dire il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché la Commissione parlamentare Trasporti, Poste e Telecomunicazioni onde evitare potenziali implicazioni negative per le ditte svizzere che affidano un veicolo aziendale a un loro collaboratore frontaliero. Sono previsti ulteriori incontri con le autorità italiane con l’obiettivo di mitigare questi effetti.
Dalla risposta si evince che il CF è cognito del problema, ma sprovvisto per ora di soluzioni. AITI, per il tramite di Fabio Regazzi, vigilerà sull’evolversi della problematica.