Berna, 15.12.2020 – Previsione congiunturale del gruppo di esperti della Confederazione, dicembre 2020 – Nell’autunno/inverno 2020/21 la seconda ondata di coronavirus peserà sull’economia svizzera. Il gruppo di esperti ha pertanto rivisto al ribasso le previsioni del PIL per il prossimo anno. Se la situazione epidemiologica si distenderà, la crescita dovrebbe ripartire bene nel corso dei prossimi mesi. L’incertezza, tuttavia, rimane eccezionalmente alta.
Il numero crescente dei casi di COVID-19 e le misure antivirus ostacoleranno fortemente gli sviluppi dell’economia internazionale nell’autunno/inverno 2020/21, soprattutto in Europa. In generale, tuttavia, le misure di contenimento adottate ora sono meno drastiche rispetto alla scorsa primavera; si prevede dunque che l’impatto economico complessivamente sarà meno grave.
Il gruppo di esperti ritiene pertanto che nonostante la diminuzione del PIL elvetico nell’attuale 4° trimestre, non si verificherà un vero crollo dell’economia svizzera. Inoltre, stando agli ultimi dati sul PIL, l’economia svizzera ha superato gli ultimi tre trimestri un po’ meglio di quanto si pensasse. Il gruppo di esperti prevede quindi per il 2020 un calo del PIL del 3,3 % al netto degli eventi sportivi (previsione di ottobre: − 3,8 %). Si tratterebbe del calo più forte dal 1975. Il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi a una media annua del 3,2 %.
Anche i primi mesi del prossimo anno risentiranno probabilmente della diffusione del coronavirus e dei provvedimenti adottati. Il gruppo di esperti ha pertanto rivisto al ribasso le previsioni per il 2021 e ora si aspetta un incremento del PIL del 3,0 % al netto degli eventi sportivi (previsione di ottobre: +3,8 %), ben al di sopra della media pluriennale. In particolare, la crescita economica dovrebbe aumentare significativamente nel corso del 2021 e l’andamento dell’economia svizzera dovrebbe raggiungere di nuovo il livello pre-crisi verso la fine del 2021. In un primo tempo la disoccupazione dovrebbe continuare ad aumentare, con una media del 3,3 % nel 2021.
Questo scenario presuppone che la situazione epidemiologica si normalizzi gradualmente a partire dalla primavera 2021, anche grazie all’ampia disponibilità di vaccini. In tal caso sarebbe lecito attendersi una temporanea crescita del PIL superiore alla media: è infatti probabile che dopo questo periodo di stallo gli investimenti e le spese per i consumi, almeno in parte, ripartiranno e, sulla scia di questa ripresa mondiale, le esportazioni di beni avrebbero un ruolo trainante.
Ci si aspetta che nel corso dell’anno la ripresa economica in Svizzera guadagni anche in ampiezza. A condizione che nel 2022 non siano più necessarie ulteriori misure per contenere il coronavirus, anche i settori economici particolarmente esposti, come il turismo internazionale, dovrebbero uscire dalla crisi. Per il 2022 il gruppo di esperti prevede una crescita superiore alla media del PIL del 3,1 % al netto degli eventi sportivi. L’occupazione dovrebbe conoscere un netto incremento, mentre la disoccupazione scenderebbe a una media annua del 3,0 %.
Rischi congiunturali
Le maggiori incertezze sono legate alla pandemia da coronavirus e alle possibili reazioni degli attori economici e del mondo politico.
Una possibilità è che la seconda ondata di coronavirus abbia ripercussioni economiche meno negative di quanto ipotizzato, soprattutto all’estero, oppure che le vaccinazioni su larga scala vengano anticipate e rendano superflue ulteriori misure di contenimento. In tal caso, ci si potrebbe aspettare una ripresa congiunturale molto più rapida.
In caso di altre forti ondate pandemiche nell’arco di tempo previsionale, con drastiche misure di contenimento in Svizzera e all’estero, la ripresa potrebbe subire una nuova battuta d’arresto. In questo caso, la probabilità di effetti economici di secondo impatto, come tagli dei posti di lavoro e insolvibilità delle aziende ad ampio raggio, continuerebbe ad aumentare e con essa i rischi connessi all’indebitamento degli Stati e delle imprese.
Il conflitto commerciale internazionale pone ulteriori rischi per la congiuntura globale. Una Brexit « dura » graverebbe ulteriormente sull’economia, già fragile. Infine, in Svizzera permane il rischio di forti correttivi nel settore immobiliare.
Qui il comunicato stampa.